Guardia in grande uniforme, 1816
Il cappello è simile al precedente, ma il pennacchio ora consiste in una pioggia di lunghe penne bianche. L’abito, fermato sul davanti sino alla vita, con collo alto, diritto e chiuso e falde fonde sino alla piegatura delle gambe, è rosso scarlatto soppannato di celeste, con colletto e paramani pure in panno celeste e alamari di gallone d’oro al petto, al collo, ai paramani e alle falde, e con lieve bordino pure d’oro contornante il collo e i paramani. La bandoliera, delimitata da galloncino d’oro, comprende rettangolini intercalati celesti e bianchi; dalla controspallina destra attraversano il petto, sino ad un bottone posto in alto a sinistra, le “ghiglie” o cordelline d’oro di quattro trecce (due più larghe, due più strette), che, ad arco fatto, lasciano cadere a sinistra due estremità guarnite con puntuale di metallo dorato. Per il suo grado questo armato indossa la controspallina a destra e la spallina, con canutiglia d’oro, a sinistra (il corpo di dette spalline era di tessuto dorato), questo ornamento e distintivo gerarchico fu concesso alla Guardia Nobile nel 1805. I guanti con paramani sono di pelle bianco giaIlina. I calzoni attillati sono ora di panno bianco e vanno ad inserirsi negli alti stivaloni neri, con speroni alla scudiera argentei. La spada è dritta, con elsa, impugnatura e guarnizioni dorate su fodero di cuoio nero, la dragona è di sottili granoncini d’oro. L’uniforme giornaliera consisteva di un identico cappello, bordato di gallone d’oro, ma col pennacchio di penne nere; dell’abito pure rosso con falde, ma chiuso davanti da una doppia bottoniera con collo, paramani e risvolti delle falde celesti, guarniti con alamari d’oro al collo e ai paramani, i calzoni erano, similmente alla grande tenuta, bianchi, attillati ed inseriti negli stivali neri. La Guardia del figurino poteva indossare l’uniforme di campagna, in cui lo stesso cappello della tenuta giornaliera cambiava il nastro in nero.
L’abito diventava blu scuro, pur mantenendo la doppia bottoniera dorata e così pure i paramani e il collo erano di panno celeste, con galloncini dorati, tutto l’abito era filettato di rosso cremisi, i calzoni attillati erano di panno celeste, infilati in alti stivaloni neri con speroni d’acciaio (questa uniforme, con lievi varianti, permane in quella del 1819-20). Per ultimo, nello stesso anno, era contemplata pure la piccola uniforme che, salvo piccoli mutamenti pertinenti il ridimensionamento della precedente casacca, ripeteva la bassa tenuta del 1801.
Distinzioni di grado.
L’elemento essenziale per la diversificazione gerarchica dal 1805, diviene (come in tutti gli eserciti contemporanei europei) la spallina (che sorta originariamente per difendere le spalle dei combattenti dai fendenti delle sciabolate nemiche, divenne successivamente l’elemento ornamentale distintivo del grado militare per eccellenza). I Capitani Comandanti portavano due spalline di tessuto dorato con frange di granoni d’oro e tre stellette di argento lungo i bracci delle spalline; i Tenenti hanno identiche spalline ma con due stellette; gli Esenti le stesse ma senza stellette; i Cadetti avevano la frangia solo a destra e le Guardie solo a sinistra (in questo criterio e nel tipo di spallina sono notevoli le derivazioni dall’esercito napoleonico). Gli ufficiali si distinguevano ancora, dai subalterni, per i ricchi ricami d’oro che sostituivano gli alamari sia al collo che alle maniche. Le fasce alla vita dell’ ufficialità divengono d’oro e di seta celeste nelle tenute ordinarie e d’oro e d’argento nell’alta tenuta; mentre la fascia dell’Aiutante diviene celeste e gli Esenti conservano il bastoncino. I Trombetti (per la prima volta menzionati nella storia del Corpo nel 1816) hanno, nella loro divisa sostanziali differenze dalla Guardia in alta tenuta del figurino: il pennacchio del cappello e giallo, le “ghiglie” sono intrecciate miste rosso scuro e giallo, la bandoliera è intessuta di rettangolini di panno rosso; l’abito, di grande uniforme, è celeste con collo e paramani rossi, alamari di gallone misto oro e rosso al collo, ai paramani, al petto ed alle falde; nell’uniforme giornaliera tale musicante perde gli alamari.